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ROMA (ITALPRESS) – A gennaio l’Indicatore dei consumi Confcommercio (ICC) registra, nel confronto annuo, un calo del 12,9%, sintesi di riduzioni del 38% per i servizi e del 3,1% per i beni. A gennaio, in linea con quanto si è registrato nell’ultimo anno, le dinamiche settoriali evidenziano un quadro particolarmente articolato. L’evoluzione dei diversi segmenti di consumo continua, infatti, a essere determinata non tanto dalle preferenze dei consumatori, ma dalle necessità imposte dallo stile di vita a cui ha costretto la pandemia. Come già avvenuto nei mesi precedenti, sono i servizi legati alla mobilità e alla fruizione del tempo libero quelli che hanno segnalato gli andamenti più negativi. Per molti segmenti i cali superiori al 50% sono diventati quasi la norma, rendendo sempre più concreta l’ipotesi di dover ricostruire, all’uscita dalla crisi sanitaria, un sistema produttivo fortemente depauperato. Ricostruzione che non potrà essere immediata. In forte difficoltà continuano a trovarsi anche alcuni segmenti della domanda relativa ai beni, che nel complesso hanno tenuto meglio rispetto ai servizi. In particolare per l’abbigliamento e le calzature anche la concomitanza con l’inizio dei saldi invernali non sembra aver rappresentato uno stimolo adeguato (-16,4% nel confronto con gennaio 2020). In decisa riduzione continua a risultare anche la domanda di carburanti (-16%) segmento che risente in misura di rilievo delle limitazioni alla mobilità. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo Confcommercio stima per il mese di febbraio un aumento dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,4% su base annua.
(ITALPRESS).

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