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ROMA (ITALPRESS) – Gabriele Gravina si presenta alle elezioni di lunedì “con l’orgoglio dei tanti progetti realizzati. Ottocento giorni fa sembrava un libro dei sogni, oggi è un libro dei fatti. Peraltro in un contesto drammatico come quello della pandemia, dove siamo riusciti a ripartire e abbiamo messo in gioco oltre 40 milioni di euro per aiutare le realtà più fragili del nostro sistema”. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport il numero 1 del calcio italiano, candidato alla presidenza della Figc con il suo vice e presidente della Lega Dilettanti, Cosimo Sibilia, come sfidante, mette al centro del suo programma il ‘tridentè: “Riforma dei campionati, giovani e infrastrutture”. Sul primo punto bisognerà fare i conti con chi progetta la Superlega. “Sono assolutamente contrario. Il radicamento e la territorialità del nostro mondo devono essere salvaguardati”. Discorso diverso per la Super Champions che, secondo Gravina “deve essere un fattore di sviluppo per tutti e allontana definitivamente lo spettro della Superlega. La Uefa non ha alcuna intenzione di mortificare le competizioni nazionali, si troverà una soluzione per la crescita del calcio italiano ed europeo. A a 18 o a 20 squadre? Penso a una riforma da un punto di vista qualitativo, non quantitativo. Che riguardi tutto il sistema. Bisogna ritracciare il profilo dell’area professionistica e di quella dilettantistica. Così si surriscalda troppo il sistema”.
“Ci sono – spiega Gravina – turnover troppo alti. In serie B a ogni stagione cambia il 40% delle squadre. Una retrocessa dalla A alla B non ce la fa, non basta il paracadute. E allora si deve agire sulla redistribuzione delle risorse e della flessibilità degli emolumenti. La soluzione potrebbe essere quella di due gironi di B, in verticale, non orizzontale. Dobbiamo impedire che si creino dei disadattati sociali. In Lega Pro lo stipendio medio è di 30mila euro lordi: il rischio è di arrivare a 35-36 anni e di trovarsi in mezzo al guado del futuro senza mezzi. Per questo teniamo così tanto al contratto di apprendistato e alla formazione”. Sul tema ingaggi, Gravina dice: “Non c’è federazione al mondo che può tagliare gli stipendi. Parliamo di un’economia di mercato. L’interlocuzione con l’Aic ha trovato terreno fertile. E il tema deve andare di pari passo con dei meccanismi di controllo sul sistema. Oggi utilizziamo parametri che sono raggirabili, l’ipotesi è quella di un rating delle società per renderle più credibili anche verso il sistema bancario”. Sull’abolizione del vincolo, Gravina sottolinea: “Il problema riguarda anche le società professionistiche. Il sistema è tutto correlato e gli effetti potrebbero essere devastanti. Bisogna studiare bene le applicazioni del vincolo per fasce di età e lo stesso discorso lo facciamo per le tutele del lavoro sportivo. I 50 milioni stanziati non bastano, noi abbiamo calcolato che per tutto lo sport servirebbero due miliardi”.
Gravina ha dovuto fare i conti con l’emergenza pandemia, lavorando frequentemente con il Cts. “Il confronto che abbiamo avuto recentemente è stato molto positivo. Stiamo lavorando sull’ipotesi di avere all’Olimpico, per gli Europei, una buona percentuale di pubblico. Abbiamo apprezzato la loro disponibilità e soprattutto la loro consapevolezza del valore del calcio nel nostro Paese”. E a proposito di Europei, tra le protagoniste più attese l’Italia del ‘Manciò. “La Nazionale ha riconquistato l’entusiasmo perduto, grazie a Mancini, ma anche a tutto il Club Italia, sempre più vicino all’idea organizzativa di un club”. E sul futuro del c.t. Gravina ribadisce: “Abbiamo un bellissimo rapporto, ci confrontiamo spesso, lo faremo anche in tempi brevi. E’ un elemento fondamentale, ha un contratto fino al 31/12/2022. Se dovesse avere una proposta da fuori ci confronteremmo, di certo la Figc non potrà mai essere concorrenziale con un club. Non c’è un piano B, Roberto ci porterà al Mondiale e stiamo lavorando perchè rimanga anche dopo. Conoscendo Mancini, mi sorprenderebbe vederlo interrompere questa storia”. Detto che trova questo campionato “più divertente e coinvolgente” rispetto al solito, Gravina parla anche degli arbitri che hanno scelto Trentalange, dopo la lunga gesione Nicchi.
“Gli arbitri sono una componente fondamentale della Figc e la loro espressione democratica è stata molto chiara. Collaborerò con Trentalange con rispetto ed entusiasmo, come ho sempre fatto. Ho particolarmente apprezzato l’apertura sulla comunicazione degli arbitri, di cui sono un antico e fervente sostenitore”. Per quanto riguarda le elezioni Figc, c’è il problema ricorsi. “Ci sono pressioni di ogni tipo per rimandare l’Assemblea che si celebrerà regolarmente lunedì a Roma. Un conto è far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune e nelle modalità previste dai regolamenti, un altro è cercare di fare della giustizia uno strumento politico. Questa logica non mi appartiene”.
(ITALPRESS).
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