X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Il pubblico ministero del tribunale di Matera, Valeria Farina Valaori, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio di 24 persone, accusate di concorso in detenzione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’inchiesta denominata “Alias”. Il blitz scattò a novembre del 2009, quando i carabinieri eseguirono 18 ordinanze di custodia cautelare e otto ai domiciliari nei confronti di altrettante persone accusate di gestire il traffico di sostanze stupefacenti nell’area metapontina. Altre 15 persone vennero segnalate alla magistratura per gli stessi reati. Gli inquirenti accertarono che sul mercato locale giungevano da Bari e Napoli ogni settimana in media 30 grammi di eroina pura. “Negro”, “Francuccio”, “Orso”. Sono solo alcuni dei nomi in codice utilizzati per non farsi riconoscere dai 18 presunti componenti della banda specializzata nel traffico e nello spaccio di droga. Taranto e Napoli le zone di acquisto di eroina, hascisch, marijuana e crack, alcuni locali di Marconia di Pisticci, invece, i centri dello spaccio. Le indagini erano iniziate circa due anni fa, riguardando anche aspetti della morte di due tossicodipendenti, fra l’ottobre 2008 e il febbraio 2009. Le indagini, sono state condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Pisticci (in particolare, i marescialli Cosimo Campa, Dario Turco, Roberto Lopatriello, Francesco Monaco del Nor di Pisticci e il maresciallo Arcangelo Minei, comandante della Stazione di Marconia), con il coordinamento del Comando provinciale di Matera (ha collaborato il reparto operativo comandato dal capitano Michele Basilio), supervisionate dal tenente colonnello, Domenico Punzi, comandante provinciale, e dal capitano Pietro Mennone, comandante della Compagnia di Pisticci. Fu individuato un gruppo di persone nella frazione di Marconia e nell’hinterland del Materano che importava da Taranto e poi smerciava quantitativi non inferiori a 30 grammi di eroina pura settimanali, oltre a notevoli quantitativi di hashish (gli inquirenti hanno spiegato che si trattava di sostanza carica di principio attivo, che fruttava numerose dosi) alimentando così il mercato dello spaccio dell’intera provincia, con ingenti profitti. Nel sodalizio, come ha spiegato il capitano Mennone, non c’era una mente, si trattava essenzialmente di “artigiani dello spaccio”. Non sarebbe stata, insomma, una struttura stabile, organizzata in maniera precisa, ma piccoli gruppi che si formavano a seconda delle amicizie del momento. In pratica, se qualcuno di loro finiva in manette, altri del gruppo erano pronti a sostituirlo. Il modello operativo è lo stesso dell’operazione “Fight Club”, che portò, nel giugno 2009, a 13 arresti e 43 denunce in stato di libertà. Per l’attività di spaccio erano utilizzati fiancheggiatori che, svolgendo un ruolo di “staffetta”, o di “osservatori” durante i viaggi per l’approvvigionamento degli stupefacenti riuscivano a difendere il carico illegale da eventuali controlli delle forze dell’ordine. La droga, una volta giunta nella frazione di Marconia di Pisticci da Taranto e da Napoli, veniva poi immessa nel circuito dei consumatori. Dopo le operazioni Fight Club e Alias, a breve potrebbero esserci ulteriori sviluppi. Intanto, per incastrare la banda, sono state utilizzate attività tecniche, intercettazioni ambientali e tecnologia Gps.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE