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Nascerà a Reggio Calabria il primo Centro per la biodiversità marina e sulla qualità ambientale del Mediterraneo. Ad annunciarlo oggi sono stati l’assessore regionale all’Ambiente Silvio Greco e quello al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi. Il centro ospiterà anche il Laboratorio di Geofisica per lo studio dei terremoti, e la sede sarà a Catona, una frazione del comune di Reggio, nei locali dell’ex Ciapi, un tempo adibiti alla formazione professionale, e che saranno appositamente risanati e convertiti.
«Come facoltà di Ingegneria – ha detto il prof. Francesco Russo dell’Università Mediterranea, presente all’incontro con i giornalisti – lavoreremo in sinergia per approfondire aspetti della sismologia».
Soggetto attuatore del progetto è l’Arpacal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente guidata da Enzo Mollace, che lavorerà in sinergia con Istituzioni accademiche anche di altre regioni, il Cnr e l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. «Il progetto, che punta a inserire la nostra città in un network internazionale di ricerca – ha sostenuto Mollace – ha un valore strategico, puntando a valorizzare le peculiarità di Reggio in un più ampio progetto di proiezione sul Mediterraneo e di promozione del turismo sostenibile e di sostenibilità ambientale».
L’assessore Greco, nel suo intervento, parlando del nucleare ha espresso «l’opposizione dura al Governo nazionale che non sta volutamente indicando nè i siti dei depositi delle scorie, nè i luoghi ove le centrali dovrebbero essere realizzate. Questa regione non vuole ospitare nè centrali nucleari, nè centrali a carbone a Saline Ioniche, almeno fino a quando questa maggioranza resterà forza di governo».
Naccari Carlizzi, infine, ha sostenuto che il progetto di ristrutturazione dello stabile che ospiterà il Centro, di proprietà della Regione, costerà 350 mila euro e complessivamente, per gli obiettivi della ricerca, per quest’anno saranno impiegati circa quattro milioni di euro. «Il laboratorio di geofisica e vulcanologia che intendiamo realizzare – ha concluso Naccari Carlizzi – ha le potenzialità per divenire un punto di riferimento per una nuova stagione di studi e di ricerche sui terremoti e sui maremoti della Calabria e sull’impatto ambientale, sulla popolazione, sull’economia e sul patrimonio storico-architettonico della regione altamente segnati, come è noto, dalla sismicità».
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