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Roberto Breda è il nuovo allenatore della Reggina. Alla sua prima esperienza da allenatore in una squadra professionista dopo alcuni anni alla guida della formazione Primavera, lo attende un compito certamente non facile, quello di risollevare le sorti della squadra dello Stretto che naviga nei bassifondi della classifica di serie B e che rischia la seconda retrocessione consecutiva. «La scelta di Breda è anche per il futuro» ha detto il presidente Foti, mentre il neo tecnico punta molto sul concetto di identità. «Sono a Reggio da tre anni, anche se mai direttamente con la prima squadra e ho capito lo spirito e cosa vuol dire far parte della famiglia Reggina», ha detto Breda nel corso della conferenza stampa di presentazione, «in questo momento di difficoltà, di riprogrammazione perchè quelli che erano gli obiettivi principali sono venuti a mancare e adesso ne sono venuti altri forse anche più pericolosi e urgenti, mi è stato chiesto di dare una mano e io ne sono onorato». E ha continuato: «La mia esperienza di tecnico forse è limitata, posso portare la mia esperienza di uomo di spogliatoio che ho vissuto per 20 anni e tutto l’entusiasmo e le mie capacità». C’è bisogno di tanto lavoro, anche psicologico, per tirare su il morale di giocatori abituati a lottare per ben altri obiettivi. «In questo momento per me esiste solo trovare una soluzione ai problemi della squadra, vivrò giorno e notte sul campo e fuori per cercare di dare tutto».
E ha aggiunto: «So che è un gruppo che ha enormi qualità tecniche e umane, sta a me attraverso il campo e non solo far sì che queste qualità vengano fuori. Non so dire se sono preoccupato o felice, diciamo che sono preso da questa nuova avventura. L’obiettivo? Tirare via la Reggina da questa posizione di classifica e questo si può raggiungere solo creando un’identità».

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